Cappotto termico esterno o cappotto termico interno, i pro e i contro di ogni scelta.
Una volta rientrati dalle ferie estive, il pensiero che passa per la testa a chi sta investendo sulla propria casa è solo uno: Come prepararsi al meglio per l’inverno?
Ottimizzare l’isolamento termico della casa è sempre una buona idea; sia in termini di ecosostenibilità che risparmio.
Investire su un buon isolamento termico è indubbiamente la scelta migliore per abbassare notevolmente i consumi di tutto l’anno. Esistono due tipi di cappotto: quello interno e quello esterno. Vediamo insieme le differenze e quale conviene di più.
Cappotto termico esterno
Il cappotto esterno migliora significativamente il microclima dell’abitazione sia in estate che in inverno.
Durante le stagioni più fredde, il cappotto protegge l’edificio, limitando l’entrata del freddo nell’abitazione e di conseguenza mantenendo il calore della casa costante.
Durante il periodo estivo, il calore del sole non penetra all’interno dell’abitazione e l’ambiente rimane fresco molto più a lungo anche senza tenere il condizionatore sempre acceso.
Il cappotto termico esterno, oltre a isolare dal caldo e dal freddo la struttura migliora il grado d’isolamento acustico e riduce il rischio della formazione di ponti termici, ovvero i punti della casa in cui si verifica una dispersione del calore contribuendo alla formazione di condense, crepe e muffe.
Quando iniziare i lavori?
L’applicazione del cappotto termico, non deve avvenire con temperature eccessivamente rigide, quindi non deve essere svolto in inverno ma nemmeno in estate inoltrata. La temperatura media, infatti non deve superare i 35 gradi e non deve essere inferiore ai 5 gradi. Le superfici interessate inoltre, se esposte alla luce solare diretta, devono essere ombreggiate da teli parasole. Infine, occorre coprire i pannelli in caso di pioggia per evitare che si bagnino e controllare anche l’umidità dell’aria, che deve essere inferiore al 45%.
Come scegliere il giusto materiale?
Ci sono diversi materiali che si possono utilizzare nella creazione di un cappotto termico esterno. A seconda se si sceglie un isolamento ad alto o basso spessore, si possono optare per pannelli in sughero o in fibra di roccia più resistenti all’umidità, oppure quelli in polistirolo per un isolamento ad alto spessore. I pannelli più sottili sono all’incirca di 4 cm, quelli più spessi di 10 cm.
Di quant’è il risparmio energetico dopo l’applicazione del cappotto termico?
Secondo alcune ricerche l’isolamento delle pareti esterne porta ad un risparmio energetico che va dal 40 al 70%.
Secondo le simulazioni condotte dal Comitato Scientifico, isolando un appartamento condominiale di circa 100 mq, si potrebbe ottenere un risparmio di circa il 55% dei consumi e delle emissioni di CO2. Il risparmio che si può raggiungere nel caso di un’abitazione singola è ancora superiore, in quanto avendo le superfici esposte direttamente con l’esterno, disperde molta più energia.
Ricordiamo anche che il cappotto termico esterno migliora l’isolamento acustico e limita la formazione di muffe, condense e crepe.
Cappotto termico interno
La seconda soluzione possibile per ridurre i consumi è applicare un isolamento termico interno.
Con risultati simili al cappotto termico esterno, con questo intervento si può raggiungere un risparmio del 30% sui costi dei consumi e una minor comparsa di muffe e condense.
Oltre a garantire una casa più calda d’inverno e più fresca d’estate, anche il cappotto interno migliora l’isolamento acustico ove applicato.
Come scegliere il giusto materiale?
Per un risultato ottimale, è meglio optare sui pannelli accoppiati, come sughero e cartongesso o polistirolo e cartongesso.
Ma quindi: conviene scegliere il cappotto termico esterno o interno?
La risposta è: dipende.
Il cappotto termico interno è più economico, più semplice e veloce da applicare rispetto al cappotto esterno. È ideale specialmente per chi abita in appartamenti all’interno di un condominio. Tuttavia, il cappotto termico interno comporta per forza ad una riduzione della metratura della casa, in quanto una piccola parte di spazio dovrà essere “sacrificata” per il cappotto.
Il cappotto termico esterno invece è più costoso e con tempi più lunghi, ciononostante, in termini di prestazioni è indubbiamente più efficiente rispetto al cappotto interno.
Nel lungo periodo, infatti il cappotto termico esterno garantisce migliori performances e scongiura il rischio della creazione di ponti termici. Inoltre, non si subirà alcuna riduzione dello spazio interno.
Gli incentivi statali
Un aspetto che rende ancora più accattivante l’investimento sul cappotto termico è il vantaggio fiscale.
Andando a migliorare la riqualificazione energetica, si possono ottenere alcune agevolazioni riguardanti le detrazioni dell’Ecobonus, tra cui il Superbonus 110% oppure il Bonus facciate.
A chi chiedere?
Sebbene possa sembrare un’operazione semplice, per questo genere di intervento, il fai da te è sempre sconsigliato. Il rischio di compromettere i pannelli o vanificare lo sforzo di limitare i ponti termici o peggio ancora, subire degli infortuni è alto. Prima di iniziare i lavori, si consiglia sempre un’accurata analisi della struttura da parte di personale esperto, qualificato e provvisto di strumenti idonei all’ispezione.
Negli interventi edili di riqualificazione energetica infatti, è di vitale importanza mappare in modo preciso questo tipo di criticità, al fine di predisporre interventi edili mirati al risparmio energetico. Grazie all’indagine termografica, si ottiene una visione oggettiva delle criticità energetiche degli edifici. Successivamente, si dovrà contattare un’impresa edile per mettere in pratica il progetto.